Capita così. Come al solito. Di punto in bianco. Come solo lui sa fare, aggiungo. Emme mi manda una di quelle sue mail-fiume. Anzi no, precisiamo: una di quelle mail estremamente stringate con un allegato fiume. Il solito PDF che contiene una trascrizione completa di uno dei suoi casi.

Quando è accaduto l’ultima volta? Era successo con Elizabeth, la cui storia risale a ben tre anni fa. La scaramuccia, si fa per dire, all’epoca si era consumata tra il sottoscritto, “amante del rigore scientifico” (a detta sua) e lui, paladino sì del rigore scientifico ma, soprattutto, dell’apertura mentale a 365 gradi. Si sa: i gradi sono 360, ma, come dice Emme, quel 360 non è altro che uno dei tanti limiti simbolici dove si “ferma” il rigore scientifico e matematico, dove si ferma la certezza provata e comprovata.

L’apertura mentale invece ti permette di fare quel piccolo passo in più: ti fa arrivare a 365 gradi, appunto. E quei 5 gradi in più Emme li definisce la “penombra” delle nuove scoperte che stanno appena dietro l’angolo. Un passo avanti, insomma, un passo oltre il rigore scientifico, oltre l’evidenza, oltre le certezze, più o meno finte. Oltre i dogmi e oltre i tabù. Insomma, basta svoltare quel benedetto angolo perché a volte ci sta dietro un mondo che neanche immaginiamo.

Numeri, 31

Dicevo della mail. La ricevo così:

Oggetto “Numeri 31“.
Testo “Prova a leggere. Mi piacerebbe sentire un tuo parere“.
Allegato? Un PDF denso, corredato di vari “omissis”, di varie evidenziature digitali in nero, se così possiamo chiamarle. collocate per oscurare i dati sensibili e i passaggi più delicati.

Piccolo aiutino per chi non conosce il “mood” di Emme: non è affatto scontato che l’allegato sia riferito al testo della mail. Mi sono ormai abituato a ricevere mail che parlano di certi argomenti corredate da allegati che parlano di tutt’altro. Ma non si tratta di sbadataggine. E’ solo una versione digitale del passar di palo in frasca.

Ma torniamo all’oggetto della mail: che diavolo vuol dire “Numeri 31” ? Sarà il titolo di un libro? Rovisto in internet ma non trovo nulla. Forse voleva dire “Numero 31″? Numero 31 di cosa? Di una rivista, di una newsletter? E quale, perdinci?

Leggo il suo allegato: tanta roba. Impiegherò mesi a somatizzarlo e a tirarci fuori (forse) una delle sue storiaccie vere ma camuffate (che poi, si nota l’ironia della situazione? Lui raccoglie una storia “vera” lontanissima dalla realtà. E io mi devo occupare di “camuffarla”, se non addirittura romanzarla, per coprire il suo segreto professionale e renderla più credibili. Chi di noi due è il vero pazzo? Lui direbbe senza ombra di dubbio che sono io il pazzo, perché sono io che chiedo a lui spunti per scrivere qualcosa d’insolito sul mio blogghettino del caxxo. Non lui che chiede a me.)

Bando alle ciance: nemmeno nel suo corposo allegato compare il numero 31. Fatta eccezione per la pagina 31, ovviamente. Che nient’altro fa che seguire la 30 e precedere la 32. Segue una chat con le solite frasi colorite. Morale della favola, ecco il compitino (che avrei dovuto intendere al volo): Libro dei Numeri, capitolo 31.
“E dove diavolo trovo il Libro dei Numeri ?”
“Nella Bibbia. Dove, se no?” risponde lui. Certo, nella Bibbia.
Perché non ci sono arrivato prima? Mi chiedo con autoironia, mandandolo poi afanc..o.

La guerra santa contro i Madianiti

Per chi non lo sapesse (e qui forse entriamo un po’ in quella “penombra” di cui sopra…), la Bibbia ha un curiosissimo primato: è il libro più conosciuto e tradotto al mondo ma, allo stesso tempo, è anche il libro meno letto in assoluto. E’ uno di quei best-seller, insomma, che tutti dicono di conoscere ma che nessuno, o quasi, ha mai letto veramente, fatta eccezione ovviamente per la stretta cerchia di “addetti”. Non dovrebbe quindi stupire sapere che la Bibbia è, soprattutto, un libro di cronache di guerra. Alcuni passaggi sono così ricchi di particolari che, al confronto, le due guerre mondiali del secolo scorso, tutto sommato, non sono state esattamente l’apice della crudeltà umana. Trovate quest’ultima frase fastidiosa? Provate a leggere (davvero) la Bibbia. E poi ne riparliamo. E se avete pronta in tasca una scusa del tipo “la Bibbia è un libro allegorico”, “la Bibbia va interpretata, non va presa alla lettera” e altre amenità del genere, state pure lì a crogiolarvi di finte certezze, dentro il vostro angolino ristretto (di molto inferiore ai 360 gradi) da cui osservare il mondo. Guardate, insomma, solo ciò che vi aggrada.

La guerra santa contro i Madianiti, alias “Numeri, 31”, non fa eccezione: si tratta di un capitolo piuttosto breve, una cronaca di guerra come tante in cui, a ordinare la guerra, non è altri che lui: YHWH. Ordina la guerra, impone lo sterminio e comanda che una parte dei prigionieri (bambini e donne) venga lasciata a sua completa disposizione. Per cosa? Non è dato sapere, ma si può inquietamente intuire.

E quindi?

Ma non eravamo partiti con Emme e una delle sue mail improbabili ? Non eravamo partiti con un allegato corposo? Cosa c’entra tutto questo con quell’oscuro capitolo della Bibbia? Per chi non lo sapesse, Emme è uno strizzacervelli con una specializzazione in ipnosi regressiva. Tutte le sue storie le trovate qui. Tutte le sue storie sono “vere”. Tutte le sue storie possono piacere o non piacere, possono dar da pensare o possono essere liquidate come baggianate. Tutte le sue storie, in un modo o nell’altro, non lasciano indifferenti. Ma le sue storie, in cinque anni di non-collaborazione, non le ho trascritte tutte, perché non tutte sono facili da raccontare.

Ho fatto fatica con La brocca di Emmaus. Ho avuto molte remore sulla storia di Elizabeth. E prima ancora con La clessidra di Val. Altre non le ho raccontate perché erano troppo oltre la “penombra”.

Quest’ultimo allegato che mi è arrivato via mail parla della principessa Sabina. Figlia di Reba.
Di quel Reba che la Bibbia cita come uno dei cinque re di Madian uccisi nella guerra santa di cui sopra.
Emme l’ha “incontrata” in una delle sue sedute di ipnosi regressiva, quando da un certo punto in poi, la persona ha cominciato a esprimersi in una lingua sconosciuta.

“Ci ho messo un po’ a capire quale lingua fosse: una sorta di ebraico antico…” mi ha detto.
“E come fai a esserne certo?”
“Ho mandato una registrazione ad alcune persone che conosco, senza dire loro la provenienza. Esperti linguisti.”

Ombra e penombra

Dopo la “penombra”, comincia l’ombra. E dopo l’ombra stanno le tenebre.

Quei 5 gradi in più che fanno la “penombra” di Emme, nella sua visione a 365 gradi, a questo giro non bastano. Questa storia è troppo forte, troppo dura. Ed è meglio lasciarla lì, perché lì deve rimanere: nell’ombra, o nelle tenebre.

Insieme alle altre storie non trascritte.

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