Piccoli enigmi nascosti nel bosco

Mentre gli equilibri geopolitici del pianeta seguono silenziosamente da decenni il continuo evolversi della geografia dei nuovi giacimenti di risorse fossili, procede altrettanto silenziosamente, ma sempre più agguerrita, la ricerca scientifica. Il mondo accademico ha da tempo abbandonato l’atomo e guarda allo sfruttamento dell’energia solare: gli scienziati sono infatti ormai certi che l’unica soluzione al problema energetico è legata indissolubilmente al Sole. Pochi sanno che esso, in un’ora, riversa sulla Terra più energia di quanta ne consumi l’umanità in un anno intero.
I poli universitari più avanzati del pianeta guardano con interesse alle ultime tecniche fotovoltaiche appena messe a punto: esse hanno una promettente resa del venti per cento rispetto all’irradiazione solare percepita. Ma lontano dai laboratori più evoluti fa la sua misteriosa comparsa una enigmatica foglia blu, apparente indizio di un faggio caratterizzato da una fotosintesi dalle proprietà strabilianti. Al MIT di Boston non sanno dare risposte: del faggio non c’è nessuna traccia. La foglia, del resto, è stata pervenuta casualmente in un bosco a qualche ora d’automobile da New York, nel corso di una indagine informale dell’FBI. Chi ha realizzato il processo di fotosintesi? E con quale tecnologia? Scienziati e ricercatori mostrano subito il loro vivo interesse ma non sanno che la foglia blu costituisce solo l’ultimo caso di una piccola serie di strani eventi avvenuti nella fredda oscurità dei boschi nordamericani. Casi apparentemente slegati l’uno dall’altro ma accomunati da una impercettibile atmosfera, tanto sinistra quanto inspiegabile. Casi destinati a rimanere piccoli enigmi nascosti nel bosco.